“Io sottoscritto Parroco di questa parrocchia scomunico dalla Chiesa le seguenti persone: Giorgi Renato, Cheli Mario, Paselli Cecilia, Pellegrini Giorgio, Coralli Mario, Finocchi Franco, Mazzini Attilio, e la maledizione di Dio li accompagni per tutta la vita.” (Don Dario Zanini, 17 Febbraio 1963 tratto da Sasso Marconi – cronache di allora e di dopo, di R. Giorgi)

Non capita spesso che un sindaco e l’intera sua maggioranza comunale vengano scomunicati e maledetti dal parroco del paese. Ma a Sasso Marconi, nel clima di guerra fredda post 1945 è successo anche questo. Viene da chiedersi che tipo fosse questo “maledetto” Renato Giorgi. Un diavolo d’uomo, visto il trattamento riservatogli dal prete!

Per la verità si può dire che Renato Giorgi più che diavolo fu “Angelo”, non nel senso religioso del termine ma per il suo nome di battaglia, in qualità di partigiano. Renato detto “Angelo” fu infatti un partigiano e militò nelle brigate Giustizia e Libertà nella zona di Castel d’Aiano. Collaborò anche con Mario Ricci nella Repubblica di Montefiorino, nel modenese.

Dopo la guerra continuò il suo impegno politico nel PSI, diventando sindaco del Comune di Sasso Marconi nel 1956 e poi ancora nel 1960. Laureato in storia e filosofia, al suo impegno politico affiancò un’intensa attività letteraria pubblicando diverse opere sulla Resistenza e non solo. Sicuramente il più celebre è “Marzabotto parla”, prima opera dedicata all’eccidio di Monte Sole.

Un gesto che forse può servire ad inquadrare la personalità di Giorgi è il rifiuto (ben due volte) che oppose al ricevimento della medaglia d’oro al valor militare, accetterà poi solamente la medaglia d’argento perché ha sempre sostenuto che quella d’oro fosse da riservare solamente ai caduti. Niente male, per un diavolo d’uomo!

Alla sua memoria sono dedicate una sala comunale, una via ed un premio letterario.

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