Live 2016: i concerti visti da RFA

Abbiamo salutato il 2016 da pochissimi giorni e tra pandori e torroni residui è giusto il momento di fare un punto musicale live vista durante l’anno che se ne è andato.
Non ci piace soffermarci a scrivere pipponi postumi sui grandi artisti che ci lasciano, anche se quest’anno la lista è stata lunga e come ha scritto qualcuno, c’è caso che Bowie abbia fondato una colonia per musicisti su una dimensione parallela e si stia dando un gran daffare per popolarla.
E’ stato un anno ricco di tormentoni con Ligabue che ci ha insegnato male l’alfabeto [jungla, cribbio], Rovazzi e le spalle indietro copiate anche dai leghisti a Pontida e Sofia invocata a perdifiato per tutta l’estate. Con queste premesse è più che normale che qualcuno non se la sia sentita di rimanere…
Quest’anno per chi scrive è stato un momento di pacificazione con la musica italiana:
Motta, Cosmo, Leo Pari, Canova per esempio. Iosonouncane.

Per non citare il quasinostrano Calcutta, gli Ex-Otago e i Thegiornalisti che hanno bucato tutte le radio sfondando la porta del mainstream. I Selton, Joan Thiele.
Ho, nel mio piccolo, ascoltato e ascoltato e ascoltato.

Ho ascoltato anche live, tanti concerti con le mie orecchie, scegliendo prevalentemente band “storiche”.

Kula Shaker
Band storica e fondante per il Britpop anni ’90, gli Shaker hanno ancora un sacco di storie da raccontare. Primi a portare nelle classifiche internazionali un brano in sanscrito – Tattva – ne hanno celebrato il ventennale con un tour speciale nel 2016.
I Kula Shaker live sono una bomba assoluta. Il loro rock psichedelico permeato da influenze etniche, suona perfetto in ogni nota anche dal vivo e Crispian Mills, leader della band, non sembra invecchiato di un secondo dai video che passavano su Mtv nei miei primi anni di liceo.
Band sottovalutata ma largamente consigliata.

Garbage
Un altro ritorno graditissimo regalatoci dal 2016, un’altra band che non delude live.
Shirley Manson, splendida cinquantenne dai capelli rosa, ha una potenza che non fa rimpiangere il tempo che passa. Anche questa band ha fatto la storia della musica anni ’90, questa volta però dal nuovo continente.
I Garbage suonano un rock consapevole e gentile che si ferma quando il pubblico diventa troppo molesto e il pogo coinvolge con troppa potenza una ragazza.
Gran bel live, visto in una Milano bagnata dalla pioggia battente, sotto la più nera nuvola da impiegato

The Who
A proposito di gruppi che hanno fatto la storia del rock inglese, non c’è band che incarni meglio questa definizione.
E gli Who, passati per Bologna a metà settembre, hanno dato vita ad uno show mozzafiato che ripercorre una carriera lunga 50 anni. Un rock mutevole e sofisticato che muove i primi passi nel beat londinese, quello di Dalterly e Townshend. Una vera e propria icona per una generazione intera, che si trasforma per divenire opera con Tommy e Quadrophenia. Impossibile distrarsi da quasi 2 ore così intense da togliere il fiato ad un pubblico eterogeneo completamente ipnotizzato.
Niente da aggiungere ad un evento unico che ha portato gli Who in Italia dopo 44 anni.
I ragazzi stanno davvero benone.

Red Hot Chili Peppers

Altro ritorno graditissimo del 2016 è stato quello dei RHCP con The Getaway, seguito da un tour che ha fatto registrare il tutto esaurito.
Biglietti bruciati in men che non si dica.
Bagarini in estasi per i ricavati dell’evento.
Nessuno dei miei conoscenti era riuscito ad accaparrarsi un biglietto attraverso i canali convenzionali me compresa.
Dopo aver girato attorno all’Unipol Arena come un avvoltoio e contrattato con un paio di loschi figuri avevo accettato l’idea di rinunciare ai Peppers.
Ma dopo un incredibile colpo di scena, sono riuscita a godermi il concertone da una posizione privilegiata.
Il concerto è stato abbastanza breve ma intenso, ricco dei brani più famosi da Californication in poi che mi hanno lasciato a bocca asciutta chi come me ha amato -ad esempio- One hot minute.

Tame Impala

Menzione d’onore per il concerto che non ho visto – ma che avrei voluto vedere – agli Australiani Tame Impala. Li seguo ormai da molti anni. Nel 2016 avevo anche comprato il biglietto, anzi me l’aveva comprato la mia amica Gee. Era tutto pronto per un concerto coi fiocchi che non avrei voluto perdere per nulla al mondo.
E poi. La febbre.

[mai una gioja]

Per il prossimo anno di concerti live abbiamo già qualche indizio…
…ma alla Befana chiedo solo una cosa: Paul McCartney.

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Saki

Sono nata con l’aria di neve e tutto il sistema solare contro.
Diffido da chi abusa dell’aggettivo carino e non parlo con chi lo declina in superlativo.
Ammiro chi si sveglia presto.
Ignoro chi la musica la ascolta tutta e si definisce un po’ pazzo.
Amo gli alberi spogli di gennaio, le foglie secche di ottobre e le giornate interminabili di giugno.
Non so farmi i selfie.
Predico bene e razzolo di merda.
Gatteney e Rock’n’roll.

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