Campovolo: 25 anni di Liga e 20 d’amicizia

Per voi questa foto non significa nulla.
Sono 5 stronzi che vanno a vedere Liga come altri 149.995 hanno fatto ieri (19 settembre, ndr).
Invece per me questa foto sono 5 persone che si vogliono bene da più di 25 anni (che tra parentesi ormai sono piu della metà della vita vissuta) che hanno fatto percorsi diversi, scelte diverse e che purtroppo si vedono pochissimo, ma che non hanno mai smesso di tenere con sè i 17enni che erano quando facevano fuga da scuola per andare a Correggio a cercare il Liga in paese, che nel 1995 seguirono il Tour di Buon Compleanno Elvis come un’ombra mentre le loro vite prendevano forma.

Quando mesi fa ho sentito che Ligabue avrebbe fatto questo Campovolo per festeggiare i 25 anni di carriera e dell’uscita del primo album “Ligabue”, del 20ennale dall’uscita di Buon Compleanno Elvis e del 10ennale del primo Campovolo, ho pensato che fosse un assist divino per l’operazione nostalgia che da tanto volevo organizzare con i miei amici storici, quelli con cui facevi colletta per comprare le paglie a 16 anni, per capirci.
i perchè quel primo album di Ligabue, uscito in realtà nel 90, con Balliamo sul mondo, Marlon Brando, Non è Tempo per noi, Bambolina Barracuda and so on, conteneva la bellezza di sette singoli che sono stati, per chiunque portasse un Barbour o un Bomber e una MD20 della Mandarina Duck – quindi anche per noi – la colonna sonora di un’epoca, insieme ai successivi album, fino all’uscita nel 1995 di Buon Compleanno Elvis che, replicando un mostruoso numero di singoli (Vivo o morto o X, Viva, Seduto in riva al Fosso, Hai un momento Dio, Quella che non sei, l’ormai ever green Certe Notti e.. la splendida Leggero) ha definitivamente sancito la capacità di Ligabue di toccare le corde giuste di tanta gente che, sicuro “non sa un cazzo di musica”, ma che a quanto pare ne sa molto di fossi, nebbia, “sogni da 2000 lire” o “di rock & roll..”:

Come in altri casi famosissimi, il racconto del vero, di ciò che puoi toccare con mano, sprigiona un senso di comunione semplice ed efficace tale da far accalcare 150.000 cristiani, che può non piacere nel suo sembrare piaggeria dell’ovvio, ma tant’è: semplice…che allunghi una mano e se sei mai passato sulla A14 lo sai come “passa odor di mare diesel merda morte e vita”. Soprattutto verso Faenza. L’idea di fare un giga-live riproponendo per intero gli album festeggiati suonati nell’ordine di scaletta del disco, rispettivamente dalle band che li hanno registrati, era molto goloso, soprattutto per l’amore che ho per I Clandestino, prima band di Ligabue, che perfino ieri sera, aprendo il Campovolo 2015 e suonando da capo a piedi tutto il primo album, si è confermata la migliore di sempre. Poi a seguire, la banda, per fare tutto Buon Compleanno Elvis molto più low profile e a chiusura “il gruppo”, così detto, ovvero l’ultima formazione dei Ligabuerz che ha chiuso il concerto – durato tre ore e mezzo complessivamente, dando senso ai 50 euro di biglietto (per le zone del prato più trash…perchè le altre costavano mooolto di più) – tra gli applausi di 300.000 mani e una sparata senza ritegno di fuochi d’artificio ai 4 angoli del campovolo.

“Ciao a tutti, buonanotte!” Due ore e mezzo per raggiungere l’auto. Morti. Una giornata sotto il sole cocente, senza ombra, comunque ben organizzata, un bivacco dalle 10 alle 20,30 grazie al quale riporto ustioni di terzo grado e un discreto male al fondoschiena, che però è valso la pena, non fosse altro perchè in realtà mentre cantavamo a squarciagola ogni parola che proferiva Luciano, stavamo festeggiando più che altro il ventennale della nostra amicizia e dei nostri 17 anni, gli anni più belli della vita ..che in fondo non lo sono mai per nessuno, ma che rimangono in mente così quando la vita si complica.. ..e come ogni volta siamo tornati distrutti, senza voce, spaccati da vent’anni in più sulla groppa chiamando casa per sapere se, mentre noi facevamo i coglioni al Campovolo, i bambini a casa stavano bene, ..ma siamo tornati ancora più vivi, ancora insieme.
Tanti auguri a Ligabue…, ma soprattuto a noi.

Geery

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