ParoleMusica 2016: ribelli e canzoni

Storie di ribelli e di anarchia. Storie di umanità. Eroi che la storia, con la S maiuscola ha bistrattato e dimenticato.
Il secondo appuntamento della rassegna itinerante “ParoleMusica” ha commosso ed emozionato il folto pubblico, presente alla Casa della Cultura e della Memoria, dove il musicista Alessio Lega e lo scrittore Pino Cacucci, coadiuvati dall’abile fisarmonicista Guido Baldoni, hanno omaggiato la memoria di tanti protagonisti del passato più lontano e quello recente, nel loro spettacolo “Ribelli e canzoni“.

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Grazie ad una sinergia quasi palpabile, i due artisti (anche se loro prediligono il termine “artigiano”, poiché un buon artigiano  può creare qualcosa che va oltre l’arte stessa) hanno catturato ogni istante e raccontato in modo mai pesante o malinconico,  frammenti di memoria attraverso un linguaggio narrativo nuovo, talvolta persino allegro, donando ai destini di nomi come Irma  “Mimma” Bandiera, il gruppo  “Rosa Bianca”, Horst Fantazzini e Sante Pollastri solo per citarne alcuni, nuova linfa. Personaggi  ma, prima di  tutto persone, diventate ribelli per amor della vita e per non perdere il bene supremo della dignità ed anche se  spesso, i destini  delle storie sono tragici, il messaggio di ammirazione e rispetto verso chi ha preferito una fine spaventosa  piuttosto che lo  spavento senza fine di una vita di sopruso ed umiliazione, è ben chiaro.

Alternandosi nell’esecuzione delle ballate e nelle lettura di brani tanto incisivi quanto intensi, Alessio Lega e Pino Cacucci hanno ribadito come l’idea di ribellione sia ancora molto presente nel mondo attuale, pur mancando di un’uscita collettiva e troppo spesso restando intrappolata nella gesto di disperazione individuale ed anche di come, appunto, sia necessario insistere e tentare di adottare, anche attraverso lo stile del loro spettacolo, un linguaggio che possa essere capito e che possa, per le generazioni future, essere più di un semplice lavoro di tramandare cronache di eventi passati ma che divenga infine un sentimento radicato nella stessa anima di ciascuno di noi, nell’obiettivo finale di una libertà non solo apparente, sancendo la consapevolezza che l’anarchia è forse il punto di massimo ordine.

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Grandi e lunghi applausi e l’incontro con i due disponibili autori, hanno trasformato un pomeriggio nuvoloso e freddo in un’atmosfera di calore e di comunità.

 

Nato come scrittore, mi piace spaziare in tutte le arti, dilettandomi tra giornalismo, speakeraggio, fotografia e promotore culturale. Mi ritengo un goffo, folle, romanticone.
Mi hanno anche definito “Lo scrittore dei sogni” e penso che sia una definizione azzeccata: i sogni e gli incubi sono il mio pane.
Collaboro con diversi portali giornalistici dell’Appennino, con web tv e reti locali del bolognese ed ho all’attivo cinque pubblicazioni fra romanzi ed antologie di racconti.

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