Ognuno ha il suo tempo

Hai mai pensato di essere in ritardo rispetto alla tabella di marcia della vita?

Ti è mai capito di “morire dentro” nel vedere qualcuno più giovane di te arrivare dove vorresti essere tu? 

 

Se almeno una volta questo senso di malinconico vuoto ti ha pervaso, questo piccolo racconto di vita reale è per te. Se invece sei una persona fortunata, ti esorto a leggerlo ugualmente. Ti capiterà a breve, se non ti sta già capitando adesso. 

Partiamo.

 

“Alta, moderatamente bella, magra, forse troppo. Occhiale alla moda con montatura in plastica nera che fa tanto “so come funziona il mondo baby”. Abbigliamento sportivo ma elegante, risvoltino impeccabile. Squadrata in 30 secondi, campione del mondo se ci fosse una competizione. 

Tu sei al terzo giorno di lavoro. Quel tipo di lavoro in attesa di qualcosa di meglio, il lavoro del “massì è per fare due soldi”. La mansione intellettualmente e fisicamente poco impegnativa ti consente di osservare, ascoltare e pensare. 

Lei parla con una persona, e con innata disinvoltura passeggi nei pressi facendo finta di pensare a cosa mangerai stasera, ma in realtà con le orecchie tese al loro dialogo. Chiamasi origliare malamente sperando di passare inosservati. 

Osservi, l’amministratore delegato che passeggia fiero, ma anche il ragazzo bengalese che dà lo straccio in terra all’ingresso. Ha poco più della tua età, il sorriso di chi è scappato dalla fame e tanti sogni nel cassetto.

Bengalese 1 amministratore delegato 0. 

Pensi, che l’azienda in cui stai facendo il lavoro intellettualmente e fisicamente poco stancante è una figata, e che sarebbe fantastico poter lavorare nell’ufficio marketing o comunicazione, o addetto stampa perché no. In fondo è ciò che hai studiato e che ti appassiona. 

E pensi, osservi e ascolti, tutto e tutti con molta discrezione. 

 

Poi c’è sempre quella ragazza, che parla con una persona importante, lei ha 23 anni, qualche anno in meno di te, è il suo primo giorno di lavoro, addetto stampa…fanculo

Ascolto, osservo, penso, un malinconico vuoto segue la scoperta. Cinque interminabili minuti in cui ti convinci che sei vecchio, che è finita, che non avrai mai successo, che forse è meglio non essere una persona ambiziosa. La tua testa ti ripete che non arriverai mai e tu sei serio, pallido, impassibile. Il pensiero è che il sig. Mondo sia ingiusto, e se potessi chiedergli un appuntamento ti inginocchieresti ai suoi piedi chiedendogli una possibilità. Cazzo dammi una chance ti prego. 

I cinque minuti finiscono, ti rendi conto che sarà impossibile avere questo appuntamento, sorridi, mandi a fanculo te stesso, il mondo e la ragazza magra con i risvoltini (povera, mica è colpa sua).

Ritorni lucido: tu sei tu, con il tuo carattere, le tue capacità, la tua storia, devi lottare per ciò che vorresti ottenere, lottare e basta, perché si sa, ognuno ha il suo tempo.”

Luca

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