A volte ritorna.

Il primo idolo cestistico non si scorda mai, anche dopo dieci anni. Partiamo con ordine: essendo mio padre virtussino, da fanciulletto fui costantemente portato al Palamalaguti per seguire le gesta delle V-nere. Col tempo sono successe molte cose e ora sono membro in pianta stabile della Fossa, ma fa niente. Tuttavia, di quella parentesi bianco-nera non scorderò mai l’allora regista e capitano della truppa di Markovski: Fabio Di Bella, senza dubbio il mio primo modello di pallacanestro.
Ritrovarlo dopo tanto tempo contro la Fortitudo in un anonimo mercoledì sera di recupero ha mosso in me un implacabile conato di nostalgia canaglia.

Bando ai sentimentalismi, spazio ora alla nuda cronaca del match. Primo tempo ai limiti del trash per la Fortitudo: tante perse, poco gioco e molto nervosismo dovuto ad un bilancio falli decisamente sfavorevole ai teorici “padroni di casa”. A gettare sale sulle ferite bianco-blu ci pensa Amici che, uscendo dalla panca, insacca chirurgicamente due “bombe” taglia-gambe e il tap-in finale che scrive 10-23 alla prima sirena.

Nel secondo quarto gli uomini di Boniciolli placano l’ormone, mentre quelli di Martellossi si abbioccano palesemente: Mantova chiude la frazione con soli 5 punti realizzati, la “Effe”, guidata da Radic prima e Candi poi, torna in zona di galleggiamento con un passivo decisamente generoso rispetto alla qualità di gioco offerta: 26-28 all’intervallo.

Alla ripresa delle ostilità terminano le gentili concessioni lombarde: Mantova prima allunga, poi rispedisce al mittente ogni tentativo (timido, in verità) di rimonta avversaria, grazie a una serie di conclusioni da oltre l’arco di Ndoja e Gandini. Sul finire del quarto ci pensa Di Bella ad infilzare la difesa felsinea, consegnando al tabellone due punti che paiono già mettere l’ipoteca sul match. Si va all’ultimo break di serata sul 54-43.

Encefalogramma piatto per la Fortitudo, poi Candi prova a dare la scossa guidando la rimonta fino al -6. Amici si ricorda di poter fare il “fuori quota” e rimette la sicura sul +11.
Proprio quando il match sembra arenarsi in direzione bianco-rossa, erutta l’orgoglio di Carraretto che piazza sette punti filati; rincara la dose Radic convertendo due liberi: senza sapere come e perché la truppa di Boniciolli si ritrova a -2. Giro seguente, Ndoja è lasciato colpevolmente solo coi piedi oltre l’arco: ciuf. Italiano ha ancora “garra” nel serbatoio e infila quattro punti dal peso specifico enorme. Segue 2/2 a cronometro fermo di Radic: primo sorpasso Fortitudo. A 15’’ dal gong, Italiano recupera un pallone che sa di vittoria, ma lo scialacqua andando capo chino fino al ferro: liberi. Stavolta la gioia è solo a metà.

Ultimo possesso. Di Bella tende a Candi una caramella che il giovane raccoglie prontamente: fallo da oltre l’arco e tre match-ball gratis. L’ex Virtus sbaglierebbe il primo, ma si deve ripetere l’esecuzione causa spostamento canestro di qualche lungimirante supporter effe-scudato. Matematico 3/3, poi “tutto il resto è Ndoja” che insacca i due liberi finali dopo il fallo sistematico disperato di Italiano. 67-64 e titoli di coda.

E’ vero: tecnicamente Amici dimostra altre categorie, Ndoja non sbaglia mai gli appuntamenti che contano e Gandini prende tutti (ma proprio tutti) i rimbalzi decisivi della partita evidenziando le evidenti lacune dei lunghi fortitudini (Quaglia e Iannilli in primis) e consegnado ai suoi giri extra vitali nell’economia del risultato finale. Al cuore, però, non si comanda e l’MVP di giornata va a Fabio Di Bella “idolo locale, noi con te ci vogliamo ubriacare”.

ETERNEDILE BOLOGNA-DINAMICA GENERALE MANTOVA 64-67(10-23; 26-28; 43-54)
BOLOGNA: Sorrentino, Carraretto 11, Italiano 8, Radic 18, Flowers 11, Quaglia, Candi 11, Iannili, Campogrande n.e., Raucci 5, Zani n.e.. All. Boniciolli
MANTOVA: Ndoja 14, Fumagalli 4, Moraschini 8, Di Bella 13, Simms 3, Hurtt n.e., Gandini 3, Amici 15, Gergati 7, MasenelLi n.e., Alviti. All. Martelossi

Nato a Bologna il 19 agosto 1997. Frequento il Liceo linguistico presso l’istituto “Leonardo Da Vinci” di Casalecchio di Reno. Qui, grazie a Sara Carboni e al prof. Andrea Marchi, mi sono avvicinato all’ambiente radiofonico, realizzando esperienze anche per il Centro Giovanile “Blogos” di Casalecchio. Nel 2014, ho collaborato con Radio Città Fujiko. Nel 2015, oltre ad aver partecipato alla rassegna “Politicamente Scorretto”, ho svolto un apprendistato presso Radio Città del Capo. Da piccolo volevo fare l’astronauta o, in alternativa, il pilota di Moto GP. E ora eccomi qua.

Commenta

Altri articoli