CLOSE UP: Film in sala dal 14/04

hardcore henry

CLOSE UP è la rubrica cinematografica che tenta di dare un senso alle tante, tantissime uscite settimanali nelle sale italiane. Prendendo in esame solo le pellicole principali in uscita, troppe quelle che si affacciano nell’italico panorama del fine settimana, l’obiettivo è quello di consigliarvi le migliori e mettervi in guardia dalle peggiori, nella speranza che una volta alla cassa della vostra multisala preferita, prenderete in mano il vostro destino e saprete fare una scelta consapevole.

Lo sapete quali sono gli unici film che incassano al cinema? Quelli per le famiglie e quelli dedicati agli anziani. Questa settimana non vogliamo farci mancare nulla e cominciamo proprio da un film Disney dedicato ai più piccoli: Il libro della giungla è un film tutto girato in cgi (fatta eccezione per il piccolo protagonista) diretto da John Favreau, già regista di Iron Man. Fin qui niente di male, produce la casa del topo dalle grandi orecchie, la trama la conoscono anche i marziani, si scimmiotta il classico animato del 1967, gli animali parlano e l’avventura sembra essere di prima classe, peccato che dando un’occhiata su YouTube ai filmati che ne descrivono la lavorazione, si assiste ad interminabili sequenze in cui un bambino solo soletto recita circondato da un telone blu e nient’altro. Ecco il vero limite di questo film, ne Il libro della giungla nulla è reale, tutto viene aggiunto dopo, in post-produzione grazie alla computer grafica, ora, mi rincresce per gli amanti dell’effetto speciale a tutti i costi, ma io credo che in un film debba esserci ben altro e non lo si possa valutare solamente per la sua vera o presunta verosimiglianza digitale; da sempre preferisco quando il cinema fa uso del concreto, di ciò che si può toccare e vedere, ragione per cui ho adorato per esempio Mad Max:Fury Road, uno dei migliori film degli ultimi 10 anni. Il libro della giungla resta un buon esercizio di tecnica, sterile, vuoto e privo di vera vita, una macchina cattura soldi, buona per richiamare famiglie al cinema… e non temete, faranno la fila.

Criminal è un film con Kevin Costner (che avevamo lasciato a gustare un buon piatto di tonno) e Ryan Reynolds (che abbiamo da poco visto in Deadpool), già basterebbe il nome dei due attori protagonisti per far scappare a gambe levate chiunque, ma consapevole che la mamma degli amanti dell’action è sempre gravida, bisognerà accettare il fatto che probabilmente anche questa pellicola dal dubbio gusto, avrà il suo pubblico. E’ difficile immaginare l’ormai imbolsito protagonista di pellicole come Balla coi lupi, Fandango e L’uomo dei sogni, alle prese con una trama fanta-complottista che ricorda molto da vicino il recente Self-less, sempre con Ryan Reynolds protagonista, eppure sembra proprio che il buon Costner stia seguendo le orme di Liam Neeson, trasformatosi da Oscar Schindler in eroe d’azione ammazza tutti. Un agente della CIA con la testa zeppa di segreti (Reynolds) viene ucciso, l’unica soluzione per recuperarli sembra essere quella di impiantare quei ricordi nella mente di un pericoloso criminale (Costner), ovviamente la nostra cavia si ribellerà a tale trattamento, cercando la verità e la vendetta… Lo so che può sembrare accattivante, ma non significa che una trama, per quanto strampalata, possa essere davvero interessante, soprattutto se interpretata da due attori in sofferenza come quelli appena citati. Vedere il vecchio Kevin maneggiare pistole, fare a cazzotti ed uscire indenne da esplosioni ed incidenti d’auto è francamente poco credibile, non aiuta la presenza nel cast di Tommy Lee Jones, Gary Oldman e la Wonder Woman Gal Gadot, resta comunque troppo poco per nobilitare questa spy story scombiccherata, troppo uguale a tantissime altre cose già viste prima.

Eccoci arrivati al momento agée della settimana, con ben due pellicole in un colpo solo. Un’estate in Provenza, esattamente come Les Souvenirs, sono film destinati ad un pubblico over, decisamente affamato di storie familiari di riscatto, consolazione, tarallucci e vino. Entrambe francesi ed entrambe del 2014, queste edificanti storie di ricongiungimento con il passato, vedono da un lato una vacanza in famiglia nella bella Provenza, presso lo scorbutico nonno Jean Reno (i tempi di Leon sono lontani anni luce…) con tanto di nipotini problematici al seguito, mentre dall’altro assistiamo alla fuga di una nonna dalla casa di riposo che la ospita, per poter così concludere degnamente la propria esistenza a suo modo, non prima però di essersi ricongiunta con figlio e nipote. Non ho nulla contro questi film e non vi tragga in errore il mio tono leggero, quasi scanzonato, sono sicuro che si tratterà di pellicole garbate, divertenti e a tratti commoventi, però d’altro canto mi è impossibile non notare quanto si tratti di storie confezionate su misura per attirare, blandire e compiacere una selezionata e studiata fetta di pubblico. Personalmente trovo che tutto il cinema nato da uno studiato calcolo a tavolino e non frutto della passione e dell’idea di messa in scena di un autore o di uno sceneggiatore, sia da evitare, in quanto poco sincero e terribilmente banale.

Forse non tutti conoscono il nome di Ilia Naishuller, regista russo alle prime armi di indubbie qualità, ma vi invito a fare copia e incolla con il suo nome su YouTube, dopo di che selezionate il video chiamato Bad Matherfucker e state pronti ad uscire di testa. Fatto? Bravi, procediamo. Ovviamente il video appena citato è stato subito notato da Timur Bemambetow (regista tra gli altri di Wanted e de La leggenda del cacciatore di vampiri) che ha proposto al nostro una scommessa: riuscire a girare un intero film in soggettiva. Il risultato è Hardcore, pellicola fuori controllo, fuori dall’ordinario e fuori di testa, viaggio lisergico ed allucinato a suon di azione a perdifiato e girato facendo esclusivamente uso di camere Go-pro. Per chi scrive, un film che porta comunque avanti il mezzo cinematografico, osando e andando oltre, è comunque da ammirare, bisogna anche dire però che guardare il trailer di Hardcore corrisponde ad una breve e bellissima corsa sulle montagne russe, quindi se dovete scegliere un solo film da vedere questa settimana, avete trovato pane per i vostri denti. Astenersi deboli di stomaco e amanti del cinema sofisticato, tutto dialoghi e preferibilmente in interni. Hardcore spacca!

Per i più fortunati che andranno al cinema ben due volte questa settimana, Mistress America è l’altro titolo da non farsi scappare assolutamente. Noah Baumbach è il geniale regista dietro film splendidi come Il calamaro e la balena e Frances Ha, pellicole straordinarie che descrivono con una lucidità disarmante un microcosmo di uomini, donne, padri, madri, sorelle, fratelli e figli, famiglie disfunzionali e geniali, esseri umani meravigliosi e terribili, descritti nella loro inerme umanità. Una cosa possiamo sicuramente affermare del cinema di Baumbach, è pieno zeppo di vitalità e gioia di vivere, le stesse magiche caratteristiche che troviamo in Mistress America, storia di due personalità diversissime (due sorellastre questa volta) che si contamineranno e contageranno a vicenda, penetrando in profondità l’una nella vita dell’altra, per uscirne più cresciute, consapevoli e donne di prima. Da non perdere.

Nonno scatenato è un film interpretato da Robert De Niro e Zack Efron, nonno e nipote, che dopo la morte della nonna si trovano uniti per superare il lutto in modo molto particolare, sfruttando lo spring break, peccato che il nipote Efron sia posatissimo e stia per sposarsi, completamente impreparato alle stranezze spesso erotiche di nonno De Niro. Detta così sa di già visto, ma può anche sembrare divertente, peccato che Zack Efron arrivi da Disney Channel e dal terrificante High School Musical, mentre per quel che riguarda De Niro, ultimamente (da circa vent’anni a questa parte?) raramente azzecca un film, anzi sembra che la sua missione sia quella di gettare la propria onorata carriera alle ortiche. Il dubbio è quello di trovarsi di fronte alla solita commedia travestita da finta trasgressione, per distribuire una buona dose di saccarina al pubblico che avrà la malaugurata idea di recarsi in sala. De Niro ha smesso di essere una garanzia da parecchio tempo ormai e questo ritratto di anziano imbarazzante nasconde sicuramente un trucco, che probabilmente sfocerà nella prevedibilità, nell’amore e nel paternalismo. Statene alla larga come da un paio di calzini sporchi.

Per finire, due parole per un trittico di film italiani. Nemiche per la pelle è il poco originale titolo di una pellicola diretta da Luca Lucini (Amore, bugie e calcetto) ed interpretata da Claudia Gerini e Margherita Buy, amiche/nemiche costrette a dividersi l’affidamento di un piccolo bimbo di origine cinese, figlio dell’ex marito dell’una e dell’attuale compagno dell’altra, venuto a mancare lasciandosi però una pesante eredità alle spalle. L’occasione è quella del trito e ritrito tema delle nemiche e poi amiche, per raccontare l’Italia di oggi, attraverso alcuni stereotipi legati agli stranieri. Altrove Lucini ha dimostrato una sensibilità invidiabile (Solo un padre), quindi potrebbe anche stupirci. Senza lasciare traccia è un dramma a tinte fosche che a mio avviso ha un paio di frecce al suo arco, la prima è l’ambientazione provinciale e bucolica, quasi inospitale e a tratti onirica, mentre la seconda è la presenza nel cast dello scrittore Vitaliano Trevisan, già visto nello splendido Primo Amore di Matteo Garrone. Sembra molto interessante. Infine concludo questa tripletta con l’affascinante, almeno per me, L’Universale, film-diario di un’epoca passata e di un’Italia che non esiste più, vista attraverso gli occhi di un gruppo di amici, le cui vite gravitano attorno ad un cinema di periferia, chiamato appunto L’Universale. Non so voi, ma io fin dai tempi del furbetto ma memorabile Nuovo Cinema Paradiso, le storie che raccontano il cinema che fu attraverso i film e le sale che lo ospitavano, mi affascinano tantissimo, quindi personalmente L’Universale è una pellicola che merita fiducia, anche solo per vedere il ritratto calligrafico di un paese, il nostro, che sembra lontanissimo, smarrito com’è nel tempo, nello spazio e nel significato.

Anche per questa settimana direi che possa bastare, abbiamo versato fin troppi fiumi di parole, come dicevano i Jalisse, per chi avesse fame di altre recensioni, questo è l’indirizzo del mio blog: http://houssymovies.com/

Mentre per tutti voi che cercate disperatamente il titolo di un film che vi fa uscire matti e di cui ricordate solo alcuni frammenti di trama, provate a contattarmi alla mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/houssypedia/

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